MANCHESTER BY THE SEA

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Il male di vivere ho incontrato e aveva la faccia di Casey Affleck nei panni di Lee Chandler.
Già dai primi cinque minuti si capisce che sto povero Cristo c’ha qualcosa che non va, che c’ha rrrabbia (CIT), infatti risponde male un po’ a tutti e scazzotta nei bar, snobbando persino le tizie che ci provano con lui.
È una di quelle persone con cui forse mi sentirei a mio agio, disabituato alla vita sociale e alla gente e sebbene all’inizio non conosciamo la causa scatenante di questo brutto atteggiamento possiamo ipotizzare che Lee si stia trascinando dietro una bella zavorra.

Una zavorra che lo lega a Manchester-by-the-sea, ridente località dalle parti del Connecticut, dove il fratello deceduto lo ha nominato unico tutore del figlio Pat. In questa località da cartolina, con i suoi paesaggi innevati e il mare a due passi Lee era una persona normale, tempo prima, e trascorreva bei momenti sulla barca in mare aperto, in compagnia del fratello e di Pat. Aveva anche una famiglia, una compagna e tre bambine, ma un giorno un incidente di cui lui è l’unico e involontario responsabile gli distrugge la casa e la vita.
Lee si reputa inadatto a badare a Pat e sopratutto a tornare a Manchester, dove ci sono troppe facce note e troppi ricordi. Nel frattempo si è abituato a Boston, conducendo una vita solitaria e facendo l’idraulico ma Pat è un ragazzo giovane e pieno di interessi che vuole tenere la barca del padre e l’ipotesi di andare a vivere a Boston non lo sfiora minimamente.

Non credo sia facile rendere i tormenti interiori di un personaggio che parla poco e interagisce ancora meno con le comparse ma Affleck ci è riuscito tenendo tutto il dolore e i rimorsi di Lee dietro a un paio di occhi bellissimi ma oscurati da una coltre impenetrabile di diffidenza.
Lee è scappato, come ci ostiniamo a fare un po’ tutti, per non dover più fare i conti col passato, senza considerare che il passato prima o poi chiede il conto  e non ci si può nascondere per sempre. Suo fratello lo ha messo davanti all’obbligo -o quasi- di occuparsi di Pat e riscoprirsi, dunque, una figura genitoriale capace ma anche di riconsiderare se stesso come persona, per darsi un’altra possibilità.
Riconsiderare il concetto di casa, di famiglia, delle proprie radici. La barca, volendo, è il simbolo che spiega meglio ciò che intendo: serve per evadere e sperimentare il distacco dalla realtà, tanto il mare è sconfinato, il mare perdona tutto.
Ma tutte le barche rientrano nel porto, prima o poi.
La casa è l’unico luogo in cui la tempesta non ti tocca e non può affondarti: questa è la vera eredità che spetta a Lee, una lezione che sta a lui assimilare, sconfiggendo una volta per tutte i suoi demoni, concedendosi il perdono.

VOTO: 8
PUNTI DI FORZA: Casey Affleck (candidato all’Oscar come migliore attore protagonista), un attore che non amo particolarmente ma che in questo caso mi è piaciuto tantissimo, e la storia che nonostante duri parecchio e non presenta colpi di scena o dialoghi particolarmente brillanti non mi ha annoiato neppure per un secondo.

MANCHESTER BY THE SEA TRAILER ITA

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