LA LA LAND

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Ultimamente ho un gran bel problema quando vado al cinema: ho paura di commuovermi e uscire dalla sala in lacrime come è successo con Arrival e il problema è che ormai mi commuove tutto, mi sento fragile come un palloncino che rotola in una valle di spilli.

Ma non parliamo delle mie turbe psichiche e ormonali, parliamo di La la land, un film dal titolo urticante che si presenta come un musical quando invece è molto, molto di più.
Partiamo affermando con certezza che è destinato a segnare la produzione cinematografica di quest’anno -non è un caso se ha ricevuto ben 14 nomination agli Oscar– perché è una storia realistica resa fantastica da una colonna sonora che accompagna le vari fasi dell’amore tra Mia (Emma Stone) e Seb (Ryan Gosling) senza risultare mai invadente; piuttosto ne accompagna i timidi approcci traboccanti di belle speranze e, in un crescendo perfettamente orchestrato, li guida verso un finale agrodolce.

I personaggi vestono le canzoni su misura, interpretandole con una naturalezza tale da trascinare lo spettatore nel loro mondo, rendendolo ospite della loro festa e testimone dei loro fallimenti, creando un’identificazione che da tempo il grande schermo non mi regalava, nonostante sia una delle caratteristiche per me fondamentali alla riuscita di una storia.
La la land ci riesce senza faticare. In fondo è facile rispecchiarsi in Mia, che sogna di diventare un’attrice e per vivere si accontenta di fare la barista, servendo e riverendo le star di Hollywood con la speranza, un giorno, di stare dall’altra parte del bancone.
Anche Seb è un personaggio comune, un pianista appassionato di jazz costretto a suonare le canzoni di Natale al pianobar invece di esprimere liberamente la propria arte, arte che sarà disposto a plasmare secondo i dettami di fama e successo, utili per poter aprire il proprio locale in futuro si spera non troppo remoto.

La la land racconta il successo che va di pari passo coi sentimenti, in quanto la vita non è che un’altalena con cui puoi sfiorare le nuvole e un attimo dopo ritrovarti scaraventato nel fango. Inseguire le proprie aspirazioni è difficile ed è inutile fingere di poter contare soltanto sulla nostra forza, arriva un momento in cui abbiamo bisogno di qualcuno che ci dia una scossa per non arrenderci come Seb fa con Mia e viceversa, finché le loro strade si separano rincontrandosi dopo anni, quando ognuno avrà costruito una vita in cui l’altro non ha più posto ma non è stato dimenticato.
L’amore, insomma, tira fuori il meglio di noi e ci colora la vita di mille sfumature diverse, ci fa sentire la musica anche quando non c’è, ci fa danzare con la testa tra le nuvole.
La sensazione dolceamara dell’epilogo è come il ricordo di una canzone ascoltata fino alla nausea finché perdi inevitabilmente l’interesse. Ma poi, quando la riascolti, sembra che nulla sia cambiato nonostante il tempo e, per un attimo, ti ritrovi tuo malgrado ad amarla ancora.

VOTO: 9emezzo, strameritato.
LO SAPEVATE?: cosa vuol dire il titolo?un gioco di parole con Los Angeles (LA) ma anche un’espressione usata per indicare uno stato d’animo frivolo, il voler credere che una situazione irreale possa succedere nella realtà.
CONSIGLIATO: correte a vederlo al cinema, perché solo il grande schermo può rendere giustizia alla meraviglia visiva di questo film. Dedicato ai sognatori ma sopratutto agli scettici (e io ero una di loro) che temono sia una commediola canterina e smielata: niente di più sbagliato, ve lo assicuro.
E vi sfido a non innamorarvi della favolosa colonna sonora

 

LA LA LAND TRAILER ITA

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